#3016

#3016

AUTORI

Elisa Bianchi Testoni

Marco Brioni

Umberto Righi

RINGRAZIAMENTI

Comune di Arquata del Tronto (AP)

Comune di Visso (MC)

Comune di Accumoli (RI)

Comune di Ussita (MC)


Il 2 dicembre 2022 si è tenuto ad Arquata del Tronto la seduta del Consiglio Comunale che ha dato il definitivo via libera per l’inizio del lavori di ricorstruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016.

Sono passati oltre sei anni da quella tragica notte.

Negli ultimi due anni abbiamo documentato lo stato di fatto delle zone del Centro Italia colpite dalle scosse terremoto con epicentro ad Accumoli (24 Agosto 2016, Magnitudo 6) e Visso (26 ottobre 2016, Magnitudo 5.9). Una documentazione che è diventata un viaggio all’interno stesso dell’ordine del tempo.

Di fronte a questi luoghi si rimane attoniti: non tanto per la distruzione, ma bensì per l’incapacità di dare un senso al tempo. I panni ancora stesi ci fanno sentire come i primi soccorritori giunti pochi minuti dopo la tragedia; di contro le pietre storiche ordinate e numerate sui bancali ci catapultano avanti di mille anni, come archeologi del 3016 che scoprono una nuova Pompei. Siamo incapaci di distinguere la maceria, dalla rovina.

L’ordine del tempo viene scandito dalla vegetazione, che negli anni si è ripresa spazi che le erano stati negati, diventano elemento distintivo di un ritrovato ordine del tempo.

On 2 December 2022, the meeting of the Municipal Council was held in Arquata del Tronto, which gave the definitive go-ahead for the start of the reconstruction works of the territories destroyed by the 2016 earthquake. More than six years have passed since that tragic night.

In the last two years we have documented the situation of the areas of Central Italy destroyed by the earthquakes with epicenter in Accumoli (August 24, 2016, Magnitude 6) and Visso (October 26, 2016, Magnitude 5.9). A documentation that has become a journey within the order of time itself.

In these places, we have been amazed: not so much for the destruction, but rather for the inability to give sense to the time. The clothes still hanging make us feel like the first responders who arrived a few minutes after the tragedy; on the other hand, the historical stones ordered and numbered on the pallets bring us forward a thousand years, like archaeologists of 3016 who discover a new Pompei. We are incapable of distinguishing rubble from ruin.

The order of time is marked only by the vegetation, which in the last years has recovered spaces that had been denied it, becoming a distinctive element of a rediscovered order of time.

“Le macerie accumulate dalla storia recente e le rovine nate dal passato non si assomigliano. Vi è un grande scarto fra il tempo storico della distruzione, che rivela la follia della storia (le vie di Kabul o di Beirut), e il tempo puro, il tempo in rovina, le rovine del tempo che ha perduto la storia o che la storia ha perduto”

Marc Augé

Rovine e macerie. Il senso del tempo

L’AREA DI INDAGINE

La prima forte scossa si è avuta il 24 agosto 2016, alle ore 3:36 e ha avuto una magnitudo di 6.0, con epicentro situato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni di Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP).

Due potenti repliche sono avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (la prima scossa alle 19:11 con magnitudo 5.4 e la seconda alle 21:18 con magnitudo 5.9).

Il 30 ottobre 2016 è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo momento 6.5 con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia.

“La natura, in questo senso, abolisce non solo la storia ma il tempo”

Marc Augé

Rovine e macerie. Il senso del tempo

SERGIO

Sergio fa l’apicoltore e la guida nel Parco dei Sibillini.

La sua famiglia ha vissuto il terremoto di Colfiorito nel ’97, in cui lui ha perso i nonni.

Nel 2016 la sua casa ha retto l’urto del terremoto, che però ha distrutto le arnie che gli davano da vivere. E nelle storture tipiche di questi momenti non è stato risarcito, perché le arnie non sono considerate bene lavorativo primario.

MICHELA

Michela si divide tra il lavoro di portalettere e il suo agriturismo.

Il giorno dopo il terremoto ha telefonato al geometra che nella ristrutturazione dell’agriturismo “aveva un po’ esagerato con i ferri”. Gli ha detto grazie.

Spesso scende al torrente che c’è subito sotto all’agriturismo, un posto magico dove ritrova se stessa ed entra in contatto con la natura che la circonda.

ALESSANDRO

Alessandro passava le estati a Grisciano di Accumoli fin da piccolo. La madre aveva mantenuto la vecchia casa di famiglia e non voleva spostarsi nella nuova, più sicura. “Veniamo qui un mese all’anno, cosa vuoi che succeda. Voglio stare a casa mia”.

Il 24 Agosto alle 3.36 la terra trema. Alessandro si sveglia, la sua casa ha retto all’urto, e si precipita verso la casa di sua madre.

Non c’è più nulla.

GIULIANO

Quello immediatamente e facilmente riscontrabile dall’osservazione di un territorio colpito da un terremoto è lo sfregio materiale.

Quello non direttamente visibile, ma più profondo, è invece lo sfregio nell’animo delle persone violate e colpite nell’intimità della propria casa, dei propri affetti, sogni e speranze.

L’incontro con le persone di quel territorio me lo hanno mostrato e «Ju» è una di queste.

IL LIBRO

Il libro è composto da tre quaderni, ispirati ai quaderni di studio della scuola di Guido Guidi. I tre quaderni sono raccolti in una cartella d’archivio.

Il primo quaderno è quello che potremmo definire “del Parco Archeologico” ed inizia con una citazione di Marc Augé tratta da “Rovine e macerie. Il senso del tempo” che è un po’ il testo guida per la realizzazione del lavoro editoriale. Attraverso le foto del primo quaderno veniamo catapultati in avanti di mille anni (il 3016 appunto) come novelli archeologi del futuro che si imbattono in una “Nuova Pompei”.

La citazione iniziale è la chiave per comprendere che il vero tema del libro è in realtà LO SCORRERE DEL TEMPO. Utilizzando le fotografie di un terremoto abbiamo realizzato un viaggio che ci ha portato all’interno stesso dell’ordine del tempo. Un naturale scorrere che fenomeni devastanti come il terremoto alterano nelle proprie leggi costitutive, e in pochi secondi trasformano in macerie ciò che in mille anni sarebbe divenuto rovina: il tempo ha accelerato.

Questo concetto si ribalta nel terzo quaderno, quello che abbiamo definito “della Natura”. Sono passati 5 anni da quelle tremende scosse di agosto e ottobre 2016, ma nulla si è mosso, tutto è rimasto fermo, immobile. Il tempo ha rallentato. Le uniche che sembrano non essersene accorte sono le piante, che hanno continuato a crescere prendendo possesso addirittura dell’interno delle case. Case che ci appaiono spaccate, come in una sezione di un disegno tecnico, evidenziando la brutalità di evento che ha reso nudi tutti coloro che vivevano in questi luoghi, scoprendo alla luce del sole i luoghi più intimi delle loro vite.

Al centro del libro, c’è il secondo quaderno, il vero e proprio fulcro di tutta l’opera. Attraverso un testo donatoci da Paola Fiorini veniamo catapultati all’interno della Chiesa della Madonna della Pace di Piedilama. La Chiesa, e più in generale il Tempio, è un edificio costruito secondo leggi non solo scientifiche ma anche spirituali. Il cubo Platonico a sei facce, simbolo della terra (e quindi del terremoto), si apre a formare una pianta a croce latina al cui centro, nell’intersezione tra navata e transetto, avviene l’incontro spirituale con Dio: il tempo si ferma